Metodologie per la ricostruzione dell’alimentazione nel Paleolitico. Il caso studio di Grotta Paglicci (Rignano Garganico-FG)

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Ronchitelli A., Aranguren B., Boscato P., Boschin F., Capecchi G., CONDEMI S., Crezzini J., Longo L., Mannino M., Marconi E., Mariotti Lippi M., Ricci S., Revedin A., 2021 – Metodologie per la ricostruzione dell’alimentazione nel Paleolitico. Il caso studio di Grotta Paglicci (Rignano Garganico-FG), in “Preistoria del cibo. L’alimentazione nella preistoria e nella protostoria” (a cura di I. Damiani, A. Cazzella, V. Copat), Studi di Preistoria e Protostoria – 6, Firenze, 119-130.

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Riassunto

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A lungo è stata opinione diffusa presso la comunità scientifica che la principale risorsa alimentare dei cacciatori-raccoglitori paleolitici fosse costituita dai prodotti dell’attività venatoria e che la carne rappresentasse una componente quasi esclusiva della dieta umana. Gli studi più recenti sui resti vegetali intrappolati sulle superfici di macine e pestelli, nel tartaro dentario e nei coproliti sottolineano invece l’importanza della raccolta e dell’apporto di vegetali selvatici nell’alimentazione del Paleolitico.

Una difficoltà nella corretta ricostruzione dei regimi alimentari risiede nella necessaria integrazione di numerosi e diversificati ambiti di ricerca, quali lo studio del paleoambiente, la biochimica, l’etnologia, la paleoantropologia, l’archeozoologia, la tafonomia, applicati all’analisi di un adeguato contesto archeologico. Sono necessari infatti sia resti faunistici abbondanti che permettano, tramite la valutazione delle porzioni carnee introdotte nel sito, di quantificare l’apporto di biomassa animale nella dieta; sia il rinvenimento di resti umani per lo studio delle usure dentarie e dei residui presenti nel tartaro (granuli di amido, fitoliti) accanto all’analisi degli elementi in tracce e della composizione isotopica sul collagene osseo per individuare il consumo delle diverse risorse alimentari presenti nel territorio. Eventuali manufatti legati alla preparazione del cibo forniscono inoltre ulteriori utili informazioni.

La serie di Paglicci, e soprattutto i livelli gravettiani, con il rinvenimento di sepolture, resti umani isolati, un pestello/macinello con tracce d’uso e residui vegetali, nonché abbondanti resti faunistici, offre un’importante opportunità di ricerca sulla paleodieta, permettendo di realizzare uno studio multidisciplinare che mette a confronto i risultati dei diversi contributi scientifici e di pervenire ad una ipotesi attendibile sull’alimentazione di un gruppo umano del Paleolitico.

Abstract

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It is usually assumed that the diet of Palaeolithic hunter-gatherer communities was based almost exclusively on the consumption of meat and of other animal resources (e.g. marrow). Recent studies carried out on dental calculus, as well as on organic residues found on grindstones and pestles, have emphasized the importance of vegetal consumption during the Palaeolithic.

Collecting reliable information on the complexity of Palaeolithic is difficult, since an approach integrating several disciplines (e.g. palaeoecology, biochemistry, ethnology, palaeoantropology, archaeozoology, taphonomy) is required. Finds from sites should be abundant and diversified, since animal remains are needed to get new insights on meat and fat consumption, human teeth with dental calculi or specific wear patterns are useful to study plants consumption (starch grains, phytoliths) and preserved bone collagen allows us to conduct isotope analyses and obtain data on the ecosystem of origin of the protein consumed. Moreover, artifacts relating to food preparation, storage and consumption add additional clues on Palaeolithic diet.

The Upper Palaeolithic sequence of Grotta Paglicci, and especially the Gravettian layers, characterized by the presence of human burials and isolated remains, as well as animal remains, grindstones and pestles, represent a key site to test a multidisciplinary approach for the reconstruction of Palaeolithic diet. In this paper, the main results obtained by integrating palaeoanthropology, archaeozoology, stable isotope analysis and residue analyses are presented.

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