Human exploitation of avifauna during the Italian Middle and Upper Paleolithic, in “Palaeolithic Italy. Advanced studies on early human adaptations in the Apennine Peninsula”

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GALA M., FIORE I. & TAGLIACOZZO A. (2018) – Human exploitation of avifauna during the Italian Middle and Upper Paleolithic, in “Palaeolithic Italy. Advanced studies on early human adaptations in the Apennine Peninsula” (V. Borgia & E. Cristiani Eds.), Leiden: Sidestone Press., pp. 183-217.

Abstract

The regular and systematic exploitation of birds for subsistence purposes is considered to be a hallmark of behavioral modernity. Ethnographic data on recent hunter-gather­ers suggest that in order to obtain large quantities of birds, advanced technologies (i.e., snares, nets, bow and arrow) would have been required. The mastering of such tech­nologies has been so far attributed exclusively to Homo sapiens and, in fact, to date only late Upper Paleolithic hunter-gatherers have been credited for capturing thousands of birds belonging to hundreds of different taxa at many sites in the Italian Peninsula such as Grotta Romanelli and Grotta del Santuario della Madonna. However, increasing ev­idences document human exploitation of birds already during the Lower and Middle Pleistocene as indicated by recent data from different areas of Europe. This work presents the results of the taphonomic study carried out on the bird bone assemblages from 10 Middle and Upper Paleolithic Italian sites (43,147 NISP). The aim is to evidence dis­criminating criteria for identifying anthropic traces related to the exploitation of birds as food. The most common human modifications detected on bird bones are those related to butchery: stone tool cut-marks, fresh bone breaks, peeling, crushing, wrench and, more rarely, notches or chop-marks. Burning traces are also very frequent.

This study shows that birds were exploited as a food source already since the Middle Paleolithic, although such exploitation was limited to a narrow range of species.

L’arte parietale di Grotta Paglicci (Rignano Garganico – FG): nuovi rilievi sul pannello dei cavalli

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RICCI S., RONCHITELLI A., 2017 – L’arte parietale di Grotta Paglicci (Rignano Garganico – FG): nuovi rilievi sul pannello dei cavalli, in ” Preistoria e Protostoria della Puglia” (a cura di F. Radina), Studi di Preistoria e Protostoria – 4, Poster, Firenze, 635-640.

Abstract

When, a long time ago, on the 24th September 1961, Francesco Zorzi and Franco Mezzena discovered, or rather recognized as Palaeolithic, the paintings on the wall of an internal hall at Grotta Paglicci, this event caused considerable sensation as these were the first Palaeolithic rock paintings ever retrieved in Italy. To date, paintings of Paglicci remain the unique evidence stratigraphically and stylistically based which is preserved “in situ”. In this paper preliminary outcomes both from the observations performed on the wall “housing” the two horses and from the study on the painting process modalities are illustrated.

L’Epigravettiano evoluto degli strati 10 e 11 di Paglicci

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PALMA DI CESNOLA A., 2015-2017 – L’Epigravettiano evoluto degli strati 10 e 11 di Paglicci, Rassegna di Archeologia, 25, 41-130.

Riassunto

Il presente lavoro ha per oggetto lo studio (col metodo Laplace 1964) delle industrie rinvenute, nel corso delle ricerche condotte dall’Università di Siena negli anni 1975, 1979-80, negli strati 11 e 10 della Grotta Paglicci.

Tali industrie vengono riferite all’Epigravettiano evoluto. In precedenza, industrie (meno copiose) erano state reperite negli stessi strati 11 e 10, molto probabilmente in buona parte rimaneggiati, dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona (Zorzi 1962) negli anni ’60 e pubblicate non molto tempo dopo (Mezzena-Palma di Cesnola, 1967). Queste

stesse industrie erano state erroneamente considerate, nel lavoro ora citato ed in altri successivi, come appartenenti alle fasi terminali dell’Epigravettiano antico. E ciò, malgrado l’attribuzione dello strato 10, in base alle sue faune (Sala, 1985) alla prima parte dell’Interstadio di Angles-sur-Anglin, in armonia per altro con una data C14 (15320 ± 250 BP) non dissimile da quelle dei soprastanti strati 9 ed 8, del pieno Epigravettiano evoluto della grotta.

Dal confronto, al livello delle strutture essenziali ed elementari nonché di alcuni Tipi secondari ed Indici caratterizzanti, tra gli insiemi dello strato 11 e gli orizzonti inferiore e superiore dello strato 10, e tenendo conto al tempo stesso anche dei rapporti con gli insiemi dei soprastanti strati 9 ed 8, si può ricavare quanto segue.

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  1. a) L’industria dello strato 11, malgrado la sua scarsa consistenza numerica (84 Tipi Primari soltanto), come sarà precisato più avanti, si avvicinerebbe alquanto sotto alcuni aspetti a quella dell’orizzonte inferiore dello strato 10.
  2. b) Il rapporto Bulini/Grattatoi, in entrambi gli orizzonti dello strato 10, è attorno all’unità. Com’è noto, nei soprastanti strati 9 ed 8 tale rapporto diviene decisamente negativo. Sembra dunque verificarsi, passando dal 10 al 9-8, l’inversione, sia pure in forma molto attenuata, della coppia Bulini-Grattatoi, caratteristica, secondo il Laplace, dell’Epigravettiano

evoluto italico. Notevole poi l’accorciamento dei tipi frontali piatti, che anticipa un fenomeno che s’intensificherà negli strati 9 ed 8.

  1. c) Passando dall’orizzonte inferiore a quello superiore dello strato 10, la Famiglia dei RAD subisce un leggero decremento (a vantaggio del Substrato): dal 53,7% scende al 50,8%. Particolarmente importante la posizione dei DT, il cui IR è pari a 27,1 nell’orizzonte inferiore. A questo valore si avvicinerebbe quello del sottostante strato 11 (23,25).

Esso tuttavia passa a 18,8 nell’orizzonte superiore. Questa decrescita dell’IR dei DT proseguirà poi, in misura anche notevole, nei soprastanti strati 9 ed 8.

  1. d) D’innegabile interesse anche l’incidenza, nel 10, di Tipi secondari quali i grattatoi “a scarpata”, i DT “anomali” e i D1 ad incavo molto profondo e largo (“D1pp”), dei quali alcuni si moltiplicheranno nei soprastanti strati 9 ed 8, mentre altri tenderanno a scomparire.

Nelle conclusioni, l’Autore esprime la sua convinzione che, in base ai dati forniti dal presente lavoro (che si aggiunge a quello concernente gli strati 9 ed 8), l’intera sequenza degli strati 11-8 di Paglicci possa essere chiaramente inserita nell’Epigravettiano evoluto italico, a parte talune dinamiche strutturali interne, che differiscono un po’ da quelle osservabili in altri contesti coevi.

Il Paleolitico e il Mesolitico della Puglia

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MARTINI F., Ronchitelli A., SARTI L. (2017) – Il Paleolitico e il Mesolitico della Puglia, in ” Preistoria e Protostoria della Puglia” (a cura di F. Radina), Studi di Preistoria e Protostoria – 4, 25-38.

Abstract

Paleolithic and Mesolithic of Apulia is one of the italian regions better documenting the historical and cultural hunter-gatherers’ evolution and their relationship with the environment and climate changes. the authors outline a summary of current knowledges, problems and assumptions that are currently the subject of scientific debate. Key issues include the oldest settlement in the region, which is linked to the presence of early Homo in Italy, the sequence of the lower Paleolithic, the chrono-cultural step that concerns the last neanderthals presence and the arrival of the first sapiens, the cultural and productive facies of the upper Paleolithic, times and manners of hunter-gatherer adaptation to post-glacial period.

Analisi funzionale degli strumenti litici di corredo alle sepolture II e III di Grotta Paglicci

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ARRIGHI S., BORGIA V., 2007 – Analisi funzionale degli strumenti litici di corredo alle sepolture II e III di Grotta Paglicci (Rignano Garganico-Foggia), Annali dell’Università di Ferrara (Nuova Serie), Museologia scientifica e naturalistica, volume speciale “Atti I Convegno Nazionale degli Studenti di Antropologia, Preistoria e Protostoria, Ferrara 8-10 Maggio 2004” (a cura di U. Thun Hohenstein), 105-108.

Abstract

We present the results of the functional study undertaken on the lithic tools coming from the burials II and III of Paglicci Cave with the aim of widen our acquaintances on prehistoric funerary rituals. Functional analysis of the tools associated to the corpses was meant at verifying the presence, the position and the nature of use-wear, in order to establish if these tools were used or not.

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