Paleoecologia e paleoclimatologia dei livelli dell’Aurignaziano e del Gravettiano antico di Grotta Paglicci nel Gargano sulla base dei micromammiferi

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Bartolomei G., 2004 – Paleoecologia e paleoclimatologia dei livelli dell’Aurignaziano e del Gravettiano antico di Grotta Paglicci nel Gargano sulla base dei micromammiferi, in A. Palma di Cesnola (a cura di): Paglicci – L’Aurignaziano e il Gravettiano antico, Claudio Grenzi Ed., Foggia, 63-69.

In volume

La grotta, ricovero di uomini e animali: il caso Paglicci

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Boscato P., Crezzini J., Ronchitelli A., 2004 – La grotta, ricovero di uomini e animali: il caso Paglicci (Rignano Garganico – FG), in A. Wagensommer (a cura di): Spelaion 2003 – Atti del Raduno Nazionale di Speleologia (San Giovanni Rotondo 5-8 dic. 2003), Ed. del Parco, Monte Sant’Angelo, 171-180.

Abstract

Il presente lavoro propone uno studio tafonomico su resti ossei di ungulati relativi a due livelli del Gravettiano antico di Grotta Paglicci (Rignano Garganico – FG). L’analisi delle parti ossee determinate e della grande massa di frammenti indeterminati è stata basata sull’individuazione delle tracce lasciate da strumenti litici e dalla masticazione di carnivori e sulla stima del grado di frammentazione. Il livello 23c, oltre a contenere materiale di chiara derivazione antropica, presenta evidenti tracce di frequentazione della iena macchiata: ossa di ungulati rosicate e parzialmente digerite, coproliti, ossa di Crocuta. Il confronto dei resti di questo livello con quelli di 22f, legato all’esclusiva attività di caccia e di macellazione dell’uomo, ha permesso di chiarire il ruolo subordinato avuto dalla iena nella formazione dell’accumulo osseo del livello 23c.

Lo sfruttamento dell’avifauna nei livelli 24-22 (Aurignaziano e Gravettiano antico) di Grotta Paglicci

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TAGLIACOZZO A., GALA M., 2005 – Lo sfruttamento dell’avifauna nei livelli 24-22 (Aurignaziano e Gravettiano antico) di Grotta Paglicci (Rignano Garganico, Foggia), Atti del 3° Convegno Nazionale di Archeozoologia – Siracusa 3-5 novembre 2000 (a cura di I. Fiore, G. Malerba, S. Chilardi), “Studi di Paletnologia”, II, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 251-268.

Riassunto

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Il campione osteologico di avifauna analizzato proviene dai livelli più antichi del Paleolitico superiore (Aurignaziano e Gravettiano antico) di Grotta Paglicci ed è di particolare interesse sia per il numero dei resti che per le informazioni paleoecologiche e paleoeconomiche fornite. La maggior parte dei resti determinati appartiene a due specie di ambiente roccioso: il gracchio alpino e il piccione selvatico. Oltre alla presenza di specie che vivono e nidificano nelle grotte, la cui morte in molti casi può esser dovuta a cause naturali, sono state determinati altri uccelli quali gli Anatidi (oca lombardella, germano reale, moriglione e moretta tabaccata), i Galliformi (coturnice, pernice rossa, pernice sarda, starna e quaglia), gli uccelli di ripa (piviere tortolino), i Gruiformi (re di quaglie, folaga e gallina prataiola) che normalmente non frequentano le grotte e sono quindi state cacciate da vari predatori (uccelli rapaci, carnivori e uomo). Lo studio tafonomico qui presentato ha evidenziato che una parte dei resti di uccelli sono indubbiamente frutto di caccia da parte dell’uomo e le tracce di macellazione presenti sulle ossa di alcune specie riflettono il loro consumo alimentare e lo sfruttamento della carcassa.

Abstract

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The bird remains discussed in this paper were discovered in the older levels of the Upper Paleolithic (Aurignacian and Early Gravettian) of Grotta Paglicci, and are of particular interest both for their number and the paleoecological and paleoeconomic information they provide. Most of the identified remains belong to two rocky environment species: the alpine chough and the rock dove. Beside the presence of these species which live and nest in caves and whose death in many cases may have been due to natural causes, other birds were identified, such as Anatidae (white-fronted goose, mallard, pochard, ferruginous duck), Galliformes (rock partridge, red-legged partridge, barbary partridge, partridge, quail), Charadriiformes (dotterel), Gruiformes (corncrake, coot, little bustard), which are not normally associated with caves. This suggests that they may have been hunted by many predators (birds of prey, carnivores and humans). The taphonomic study presented here reveals that part of the bird remains discovered are with no doubt the result of hunting by humans and the evidence of butchering on the bones of some species reflect their alimentary use and the exploitation of their carcasses.

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